La panna è quell’ingrediente che dona cremosità ai vostri piatti preferiti e rende gustosissime le torte più buone.

Essendo prodotta dalla parte grassosa del latte, è un alimento ricco di grassi, per questo è spesso additato come nemico della salute.

La panna fa male? In realtà no. Numerosi studi dimostrano l’importanza dei grassi, anche quelli saturi, all’interno di una dieta sana.

Imparare a mangiare con consapevolezza è l’unico obiettivo da inseguire per far sì che l’alimentazione non diventi un pericolo per la salute. Rischio scongiurato anche se decidete di concedervi qualche stravizio. Ecco i nostri consigli:

Che cosa è la panna

La panna è un derivato del latte che si produce a partire dai suoi grassi. Estratti per affioramento o, nella stragrande maggioranza dei casi, per centrifugazione, i grassi del latte vengono sottoposti a vari processi che li trasformano nel prodotto finito.

Esistono numerosi tipi di panna, ognuno utilizzato con fini differenti. La Panna Classica Chef è adoperata per la realizzazione di pietanze salate: antipasti, primi e secondi piatti, contorni e salsine di accompagnamento.

La Panna Classica Chef è un prezioso alleato in cucina, ideale per donare cremosità e omogeneità ai vostri cibi preferiti. La panna da cucina è sottoposta al trattamento UHT (Ultra Hight Temperature), ovvero viene riscaldata a elevate temperature, che superano i 100°, che eliminano batteri e altri microrganismi patogeni, il che le dà la possibilità di conservarsi a temperatura ambiente per mesi.

In questo differisce dalla Panna Fresca Chef, che viene semplicemente pastorizzata a “basse” temperature, massimo 70°. Nella panna fresca, la cui versatilità la rende perfetta per piatti dolci e salati, i batteri non sono eliminati del tutto: per questo deve essere conservata in frigo e ha una durata massima di una settimana, limite questo che la rende commestibile e non pericolosa per la salute.

La Panna Fresca Chef, infatti, nel giro di sette giorni si inacidisce e cambia il suo colore per il repentino sviluppo di muffe. Le basse temperature a cui è sottoposta la Panna Fresca Chef le permettono di mantenere intatti i suoi grassi, fondamentali questi per assicurare una montatura ottimale. Al contrario, la panna da cucina, sterilizzata completamente, non riesce a montare.

Per realizzare delle splendide torte con la panna montata, potete adoperare anche la Panna da Montare in Brik Chef. Questa, sfruttata principalmente montata per i dolci, è a lunga conservazione come la panna da cucina, venendo anch’essa sottoposta a elevate temperature per alcuni secondi che la sterilizzano e abbattono una parte dei suoi grassi.

La Panna da Montare in Brik Chef, infatti, ha un quantitativo di grassi inferiore rispetto alla panna fresca (31% vs 35%), cui consegue una montatura leggermente meno stabile e duratura rispetto a quella realizzata con la crema di latte fresca.

La panna fa male alla salute?

La panna è un prezioso alleato in cucina: ideale per donare cremosità ai vostri piatti salati, come la vellutata di lenticchie e zucca o la panna cotta salata al parmigiano, è l’ingrediente fondamentale per realizzare dei dolci e mousse con frutti di bosco a regola d’arte.

Oltre a essere buona e gustosa, la panna è anche ricca di micronutrienti, quali vitamine e minerali, coinvolti nel buon funzionamento dell’organismo e nel mantenere in salute ossa e denti.

Come tutti gli alimenti, la panna possiede anche delle controindicazioni. Dal punto di vista nutrizionale, la panna, provenendo dalla parte grassosa del latte, è ricca di grassi saturi e di colesterolo. A prescindere dal tipo di panna, i grassi saturi rappresentano il 67% dei grassi totali che la caratterizzano. Questi sono i lipidi che si trovano principalmente negli alimenti di origine animale, come carne, latte e derivati, nonché nei grassi di natura vegetale, come l’olio di cocco, di palma e di semi di palma.

In passato i grassi saturi sono stati spesso demonizzati come nemici della salute. Ovviamente, un consumo eccessivo di cibi contenenti questi lipidi, compresa la panna, ha un effetto negativo sull’organismo, perché contribuiscono a aumentare il livello di colesterolo nel sangue e, con questo, la probabilità di insorgenza di alcune malattie, come quelle cardiovascolari. Questo, però, non significa assolutamente che non debbono essere assunti.

Gli esperti infatti, lungi dal volerli fuori dalla dieta, consigliano un apporto quotidiano di grassi saturi fino al 10% delle calorie totali ingerite. L’importante, sottolineano, che i grassi saturi vengano assunti da alimenti prodotti con ingredienti di qualità. Sono perciò esclusi i cibi spazzatura, questi additati come nemici della salute e, con essa, della linea.

Gli esperti sottolineano l’importanza del consumo, nelle dosi massime del 10% dell’apporto calorico quotidiano, di cibi contenenti grassi saturi. Questi, infatti, hanno degli effetti benefici sull’organismo, favorendo le funzioni cognitive e, in generale, la memoria. Inoltre sono ricchi di:

  • vitamina K2, che funge da spazzina delle arterie;
  • vitamina D, che facilita la corretta metabolizzazione del calcio, fondamentale per la formazione e la resistenza delle ossa;
  • colina, sostanza che controlla i livelli di colesterolo nel sangue e protegge la salute del fegato. Inoltre svolge un ruolo molto importante per il buon funzionamento del sistema nervoso, tanto che viene consigliata in caso di depressione, favorendo la produzione di serotonina, nonché in caso di perdite di memoria, Alzheimer e altre forme di demenza.

I presunti effetti negativi sulla salute dei grassi saturi sono stati scongiurati anche da un recente studio condotto dall’Università di Bergen. La ricerca mostra che il corpo umano può funzionare bene anche facendo dei grassi saturi il principale nutriente da cui trarre l’energia necessaria durante l’arco della giornata. L’importante, sottolineano, è non mangiarli in combinazione con i carboidrati. Detto in altri termini, se si mangiano molti grassi saturi, deve essere ridotto il carico di carboidrati e viceversa.

Tutto questo discorso ci riporta alla panna. Se è fatta con prodotti di ottima qualità, la panna è un cibo che può senza dubbio essere inserito nell’alimentazione. L’uso della panna, però, è sconsigliato a chi soffre di diabete e di malattie cardiocircolatorie. In questi casi, è necessario ascoltare il parere del medico e seguire i suoi consigli.

La panna fa ingrassare?

Essendo prodotta a partire dalla parte grassosa del latte, è impossibile negare che la panna sia ricca di grassi, specialmente saturi. Come ogni alimento di questo genere, è spesso accusata di essere nemica della linea. In realtà non è proprio così.

Come dicono gli esperti, non sono i grassi di per sé a fare ingrassare. Ovviamente, un consumo eccessivo di panna, come di tutti gli alimenti contenenti molti lipidi, contribuisce all’aumento del peso, ma ciò non significa che non debba essere assunta.

La quantità dei grassi nella panna, e con questa le calorie, varia in base al tipo della stessa. La panna da cucina risulta essere la meno grassa e calorosa, con il 21,5% di grassi e 219 kcal per 100 ml di prodotto. La panna fresca, invece, con il 35% di grassi e 336 kcal per 100 ml, la più grassa.

Quest’ultima, infatti, subisce trattamenti meno incisivi durante la produzione. Come detto, è portata a temperature relativamente basse, massimo 70°, che la pastorizzano, eliminando solo una parte dei batteri, mentre la panna da cucina è sottoposta a temperature che superano i 100°, che la sterilizzano completamente e abbattono una parte dei suoi grassi. Questa differenza è quel che distingue la panna da cucina dalla panna fresca. Sono i grassi che rimangono intatti nella panna fresca a renderla montabile. Al contrario, la panna da cucina, “povera” di grassi, non può essere montata.

Dal punto di vista dei grassi, tra la panna da cucina e la panna fresca si inserisce la panna da montare, con il suo 31% di grassi e 301 kcal per 100 ml.

Dato l’elevato contenuto di grassi, gli esperti consigliano un consumo controllato della panna. Come detto, un uso eccessivo aumenta il livello del peso corporeo, nonché di colesterolo nel sangue, entrambi effetti associati a una maggiore probabilità di insorgenza di alcune malattie come quelle cardiovascolari e il diabete.

Sarà perciò fondamentale bilanciare le calorie e i nutrienti (grassi e carboidrati in primis) degli ingredienti dei pasti giornalieri e rispettare i livelli definiti dagli esperti, così da scongiurare il pericolo di apportare danni alla propria linea e, più in genera, alla salute dell’organismo.

L’European Food Safety Authority stabilisce che il fabbisogno energetico nell’arco della giornata è di circa 2500 chilocalorie per un uomo adulto e di 2200 kcal per una donna. Una dieta sana, sottolineano, necessita di proteine, carboidrati e grassi, suddivise nelle seguenti percentuali di apporti energetici:

  • 12% dalle proteine;
  • 25% dai grassi, il 10% dei quali saturi;
  • 63% carboidrati.

Comunque, se non si vuole rinunciare al gusto e alla cremosità che solo la panna sa assicurare e rimanere ortodossi seguaci di una dieta povera di grassi, è possibile scegliere la Chef Leggera. La panna light è una crema di latte de-grassata, dove i grassi sono ridotti del 50% rispetto alla panna da cucina classica, per un totale di 10,5%.

Panna e digestione: la panna è indigesta?

Tra le altre accuse rivolte alla panna c’è quella che la vuole indigesta. Generalmente la panna è digerita in due-tre ore, come la maggior parte degli alimenti. Come i grassi non fanno ingrassare di per sé, anche la panna non è indigesta di per sé.

In presenza di problemi di digestione relativi a piatti contenenti panna, questi non sono da associare tanto alla crema di latte, quanto più all’insieme degli ingredienti che compongono il pasto. Se utilizzata in quantità adeguate, la panna, da sola, è un alimento totalmente digeribile.

Ovviamente, questo non vale per i soggetti che riscontrano un’intolleranza al lattosio, disturbo, questo, spesso temporaneo ma molto diffuso negli ultimi tempi.

Durante la digestione, il lattosio, che è un disaccaride, viene sintetizzato da due enzimi, la lattasi e la beta galattossidasi, che lo scindono nei due zuccheri semplici che lo compongono, glucosio e galattosio. Con la crescita, l’uomo perde la capacità di produrre lattasi, che viene rilasciato in quantità sempre minori. Chi ha difficoltà a produrre l’enzima lattasi riscontra problemi nella digestione del lattosio, perché non viene assorbito dalle pareti intestinali come dovrebbe.

Anche chi ha questi problemi può abbandonarsi alla cremosità della crema di latte utilizzando la Panna Senza Lattosio Chef. Qui il lattosio è ridotto quasi a zero grazie all’idrolisi, un processo che scinde il disaccaride nei suoi zuccheri più semplici, il glucosio e il galattosio. Detto in altri termini, nella panna senza lattosio è come se quest’ultimo fosse già digerito prima ancora di ingerirlo.

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