CONSERVARE LATTE 1
Dieta Sana
Dieta e latte

Come conservare correttamente il latte

Per quanto riguarda la storia del latte, vi possiamo dire che esso era già conosciuto 8000 anni fa tra le popolazioni della Mesopotamia che addestravano gli animali da latte, mentre le civiltà mediterranee e orientali lo davano ai bimbi per farli crescere in forza e in salute.

Tornando alla linea del tempo attuale, il latte, si sa, è uno degli alimenti più importanti della nostra dieta quotidiana, prevalentemente utilizzato nell’importantissimo momento della colazione. Insieme ai suoi derivati, formaggi, yogurt e latticini, è alla base della piramide alimentare, il chiarissimo schema che determina quali siano gli alimenti più indicati per il benessere e per una sana e corretta alimentazione e ne distribuisce le quantità e la frequenza del consumo su scala giornaliera e settimanale.

Il latte è il primo alimento con cui vengono nutriti i bambini e oggi parleremo del modo più corretto di conservarlo per godere dei benefici di tutti i nutrienti chi assicura all’organismo. Dal latte a lunga conservazione da tenere fuori dal frigo prima di essere consumato, al latte fresco fino alla conservazione nel freezer: queste e altre piccole accortezze saranno l’argomento che svilupperemo oggi.

In quanti modi può essere conservata questa bevanda dal colore perlaceo? Ci sono differenze nelle tipologie di latte? Ci dobbiamo preoccupare se l’etichetta sulla confezione riporta una prossima scadenza? Quali sono le caratteristiche del latte? Siete pronti a saperne di più su una delle bevande più consumate dagli italiani? 1, 2, 3, viaaaaa!

Come conservare il latte in frigo

I consumatori abituali di latte già sapranno che per integrare la dieta quotidiana con il latte e i suoi derivati avete a disposizione moltissimi prodotti. Dal latte fresco al latte a lunga conservazione, dal latte sterilizzato UHT a lunga conservazione al latte in polvere o al latte condensato.

Il latte è molto importante perché contiene una buona quantità di calcio ma, a seconda di come viene trattato e conservato, può più o meno conservare le sue proprietà organolettiche.

Al di là dei trattamenti termici, il latte può essere intero, parzialmente scremato e scremato. La differenza sta nel contenuto lipidico, nel senso che il latte parzialmente scremato è molto più leggero rispetto a quello intero e il latte scremato lo è di più rispetto a quello parzialmente scremato anche in termini di alta digeribilità.

A seconda delle esigenze, dell’apporto nutritivo di cui avete bisogno e delle calorie che volete assumere in base alla dieta che seguite, potete scegliere il prodotto che meglio si adatta alle vostre esigenze. Anche nel caso in cui foste intolleranti al lattosio, l’industria casearia da tempo ha messo a disposizione prodotti di ottima qualità privi di questo zucchero, altamente digeribili e sicuri per la salute. Una volta acquistato un prodotto e arrivati a casa, però, siete sicuri di sapere come conservarlo per mantenere intatte tutte le sue proprietà e consumarlo in totale sicurezza? Vediamo insieme nel dettaglio come conservare tutti i tipi di latte che si trovano in commercio.

Il latte fresco, che trovate già nel frigorifero al supermercato, deve essere messo subito in frigorifero anche a casa e, in base a quanto riportato sull’etichetta, potrete conservarlo per qualche giorno (in genere 6). Una volta aperto, però, il latte fresco deve essere utilizzato entro 48 ore. Anche in questo caso fate attenzione alle indicazioni presenti sull’etichetta del prodotto. Di solito, il latte molto fresco ha una scadenza ridotta che va da pochi giorni a massimo una settimana.

Per quanto riguarda il latte a lunga conservazione, potete conservarlo in dispensa, a temperatura ambiente, per circa 2 mesi, rispettando la data indicata sull’etichetta o stampata direttamente sulla confezione. Una volta aperto, però, dovrete avere cura di conservarlo in frigorifero e di consumarlo entro al massimo 3 giorni. Lo stesso discorso vale per il latte UHT.

UHT sta per “ultra-high-temperature”, ovvero indica una modalità di trattamento termico in cui vi è un riscaldamento del latte ad una elevata temperatura. Successivamente, il latte viene raffreddato e poi imbottigliato tramite un processo di sterilizzazione in dei contenitori sterili che impediscono alla luce di penetrare dalla fase di confezionamento in poi. Grazie a tutto ciò, tutti i batteri vengono eliminati.

A differenza del latte fresco pastorizzato, quello a lunga conservazione subisce il calore per maggior tempo e questo incide negativamente sulle sue caratteristiche principali; il latte pastorizzato, invece, è sottoposto alla pastorizzazione, cioè quel trattamento termico che rende necessario il disfacimento di quasi tutti i microrganismi patogeni (presenti all’atto della mungitura) con il minimo impatto sulle caratteristiche organolettiche. Possiamo affermare che, in linea di massima, il latte pastorizzato riesce a mantenere un’alta qualità rispetto alle tipologie di latte a lunga durata.

In questi casi, se abitate da soli o siete comunque in pochi a consumare il latte, vi conviene acquistare confezioni ridotte e con dosi inferiori. Ne esistono di tutti i tipi dalle monoporzioni da 100 ml a 200 ml, fino al classico mezzo litro e 1 litro.

Il latte in polvere si conserva tranquillamente in dispensa, sempre a temperatura ambiente, lontano da fonti di calori o ambienti troppo umidi. Una volta preparato, questo prodotto, chiamato anche latte artificiale perché sostituisce il latte materno per l’alimentazione dei bambini nei primi mesi di vita, deve essere conservato in frigorifero a una temperatura di 5° e consumato entro 24 ore. È importante sottolineare che tutti gli strumenti preposti alla preparazione del latte in polvere per neonati devono essere accuratamente sterilizzati.

Molti, per abitudine, sono soliti conservare il latte in frigo nello scompartimento che si trova sullo sportello, accanto alle bottiglie di acqua o succhi di frutta. In realtà, non è quello che invece si dovrebbe fare per assicurarsi un’ottimale conservazione del latte. Infatti, lo scompartimento che si trova sullo sportello corrisponde alla parte meno fredda del frigorifero ed è soggetta anche a continui sbalzi di temperatura. È bene, dunque, trasferire le bottiglie o i cartoni di latte nel ripiano centrale del frigorifero, insieme a formaggi, yogurt e latticini. È sconsigliato anche mettere il latte troppo vicino alla parete di fondo del frigorifero, che risulta essere la zona più fredda, poiché potete rischiare di congelarlo in parte. Un altro importante accorgimento è di agitare sempre la bottiglia del latte, prima di utilizzarla, al fine di mescolare in maniera omogenea i grassi contenuti al suo interno.

Come conservare il latte in freezer

Tutte le aziende produttrici del latte che trovate al supermercato sono primariamente sottoposte al controllo sanitario dei dipartimenti di protezione veterinaria che si devono accertare della buona qualità di sterilizzazione e pastorizzazione. Esse devono, inoltre, indicare nell’etichetta l’origine del paese di mungitura e quella relativa al paese di trasformazione del latte.

Un altro modo per conservare il latte, soprattutto quando si avvicina la data di scadenza, è ricorrere al congelamento in freezer. In questo modo, allungherete la data di scadenza senza il rischio di perdere i benefici apportati dalle proprietà nutritive di questo prezioso alimento, fonte di carboidrati, vitamine, grassi e minerali e, soprattutto, consumerete questo prezioso alimento in tutta sicurezza. Sarà un modo per risparmiare sia a livello di costi per l’acquisto del latte, sia per non sperperare il latte non utilizzato. C’è chi preferisce realizzare dolci e torte per consumare il latte in scadenza, ma la soluzione migliore e pratica, che molti non conoscono, è proprio quella di congelare il latte prima che scada.

Congelare il latte richiede solo qualche piccola accortezza. Il contenitore per congelare il latte dovrà essere in plastica dura o in vetro e non dovrà essere completamente pieno. Il latte, infatti, una volta messo nel congelatore, tende a espandersi e ad un aumento di volume.

Una volta versato il latte nei contenitori, debitamente lavati e sterilizzati, dovrete avere cura di applicare all’esterno un’etichetta per annotare la data di conservazione del latte in freezer e il numero dei giorni che mancano alla scadenza al momento del congelamento. Questo passaggio è molto importante perché vi permetterà di capire entro quanti giorni potrete consumare il latte scongelato. VI raccomandiamo di utilizzare un’etichetta per alimenti e un pennarello indelebile affinché la dicitura sia sempre ben chiara e nitida. Esistono alcune cartolerie che vendono prodotti idonei per scrivere su supporti da porre nel congelatore. Va da sé che, una volta terminato lo scongelamento, dovrete conservare sempre il latte nel frigorifero.

Ricordatevi che per scongelare il prodotto, dovrete trasferire il contenitore del latte in frigo. Scongelare il latte a temperatura ambiente potrebbe inacidirlo facilmente. È importante scongelare il latte in frigorifero anche perché il processo di scongelamento deve avvenire in maniera graduale e lenta. Pertanto, se avete intenzione di consumare il latte che avete congelato, ricordatevi di trasferirlo in frigorifero per tempo, almeno 24 ore prima di doverlo utilizzare. Non preoccupatevi per la tempistica, il prodotto si riterrà scongelato dopo 24 ore, dalle quali potrete iniziare a contare il tempo entro cui dovrete consumare il vostro latte.

Per gli amanti del microonde, un importante consiglio: scongelare il latte con l’aiuto di questo prezioso elettrodomestico è fortemente sconsigliato. In questo modo, infatti, il latte potrebbe non scongelarsi uniformemente. Da evitare anche lo scongelamento del latte immergendo il contenitore in un pentolino con acqua calda o lasciandolo esposto al sole. Entrambe queste soluzioni non sono indicate per scongelare il latte, poiché altereranno troppo la sua gradazione, potendo causare disturbi intestinali dati dagli sbalzi di temperatura dell’alimento e non per fattori legati alla scadenza del prodotto.

Potete conservare il latte congelato per un massimo di 3 mesi. Visto che durante la fase di congelamento, è possibile che i grassi del latte si separino dall’acqua, soprattutto nel caso del latte intero, è buona norma agitare il latte scongelato prima di versarlo nel bicchiere per gustarlo direttamente o di metterlo in un pentolino per consumarlo caldo o utilizzarlo in cucina. Agitando il contenitore, ridistribuirete i grassi nel latte. Potete utilizzare anche un frullatore a immersione per essere sicuri di consumare un prodotto più omogeneo e di eliminare eventuali pezzettini di latte ancora ghiacciato.

Come conservare il latte materno

Può capitare che una mamma si trovi, suo malgrado, nella condizione di non poter allattare al seno il proprio bambino. Le cause possono essere molteplici: il lavoro, un problema di salute, l’incapacità del bambino, magari nato sotto peso, di attaccarsi al seno. In questi casi non bisogna disperare e non si deve far rinunciare il bambino a tutti i nutrienti che solo il latte materno può garantire. Il latte materno ha un quantitativo di vitamine e minerali superiore rispetto a quello del latte vaccino, che permette al bambino di crescere. Inoltre è dotato di una maggiore quantità di acqua, consentendo una fonte inesauribile di idratazione per il piccolo.

È pertanto possibile ricorrere alla raccolta e alla conservazione del latte attraverso il tiralatte per garantire al bambino l’allattamento con il latte materno. Il latte materno può essere conservato in frigorifero e potete utilizzare sia contenitori di plastica che contenitori di vetro.

È fondamentale seguire i giusti consigli per procedere alla conservazione del latte per preservare tutte le proprietà nutritive di questo prezioso alimento e, soprattutto, per scongiurare qualsiasi tipo di contaminazione batterica.

Come conservare, pertanto, questo latte? Una volta raccolto il latte, potete lasciarlo a temperatura ambiente per un paio d’ore al massimo e utilizzarlo per la poppata subito successiva se siete nei mesi autunnali o invernali. Nei mesi più caldi, invece, potrete utilizzare il latte materno conservato a temperatura ambiente solo per circa 30 minuti.

Se avete raccolto il latte per una poppata da somministrare fuori casa, ricordate di trasportare il latte nel biberon sempre in una borsa termica di qualità che mantenga la giusta temperatura e scongiuri il rischio di rovinare il prodotto. La borsa dovrà essere dotata di blocchetti refrigeranti che dovranno mantenere la temperatura inferiore a 15°. I tempi di conservazione del latte materno in una borsa termica non possono superare le 24 ore. Evitate di lasciare la borsa termica al sole o in macchina, anche se è dotata di supporti appositi per mantenere freschi i vostri prodotti, l’esposizione al sole è fortemente sconsigliata.

Se lasciate il latte materno in frigorifero, abbiate cura di riporlo nella parte più fredda, quella che si trova in basso, subito sopra lo scomparto inferiore dedicato alle verdure. Non lasciatelo mai nello scomparto che si trova sullo sportello perché è il punto del frigo in cui la temperatura può salire fino a 10° e quindi può non garantire la perfetta conservazione del latte sia da un punto di vista organolettico, sia da un punto di visa igienico sanitario.

Se in frigo avete riposto il latte materno ricordatevi di aprire lo sportello il meno possibile per evitare di alterare troppo la temperatura interna e compromettere la qualità del prodotto.

Scopri gli altri articoli

Tutti i nostri consigli per un’alimentazione sana e bilanciata

heading zymil