Per “MICROBIOTA INTESTINALE” si intende l’insieme di microrganismi che vivono nell’intestino. Si tratta di una comunità 10 volte superiore alle cellule del corpo umano, in equilibrio tra buoni e cattivi. La dieta contribuisce a mantenere il loro bilanciamento e la salute del microbiota (Recenti Prog Med 2016; 107: 257-266).
I microrganismi sono presenti lungo tutto il sistema digerente, dalla bocca all’intestino, ma la maggior concentrazione è nel colon.
La ricerca ha evidenziato la relazione tra un microbiota in buona salute e importanti funzioni fisiologiche, tra le quali le funzioni immunitarie, la prevenzione nella formazione di composti ossidanti e di composti pro-infiammatori correlati a patologie quali, obesità, diabete, malattie cardiovascolari, tumori. Ancora di più, ha evidenziato la relazione tra microbiota alterato e specifiche patologie. (BMJ 2017;356:j831).
Quali nutrienti arrivano nell’intestino e quali sono i prediletti del microbiota?
L’intestino funge da ospite, mette a disposizione un habitat ricco di nutrienti, che derivano soprattutto dalla dieta: il microbiota li fermenta e produce molecole utili alla salute.
Nel colon arrivano principalmente i carboidrati e le proteine “non digeriti”, ovvero non frammentati (o solo in parte) dagli enzimi.
I microbi prediligono i carboidrati (fibre dietetiche, oligosaccaridi, amido resistente, zuccheri semplici, etc..), la cui fermentazione porta alla formazione di parecchie molecole tra cui gli acidi grassi a catena corta (SCFA), che nutrono il microbiota e svolgono azioni positive sia a carico delle cellule intestinali che nell’organismo umano, dopo essere state assorbiti.
In caso di dieta eccessivamente ricca in proteine e povera in carboidrati, soprattutto se prolungata nel tempo, l’equilibrio si sposta verso la fermentazione proteica, con una maggior produzione di sostanze “non positive” quali ammoniaca, ammine, fenoli. Anche il profilo microbico si sposta verso quello con effetti potenzialmente negativi, anche indiretti (es. sul pH e transito intestinale); in particolare, si favorisce la formazione di composti pro-infiammatori responsabili dell’insorgenza di specifiche malattie correlabili anche ad un’alimentazione non adeguata.
Come contribuire a mantenere in buono stato di salute il microbiota ?
Ovviamente con un’alimentazione varia ed equilibrata che non predilige un nutriente rispetto ad un altro e con il consumo di probiotici e prebiotici.
Cosa sono I PROBIOTICI E I PREBIOTICI ?
I probiotici (pro bios, a favore della vita) sono microrganismi vivi e vitali, che conferiscono benefici alla salute dell’ospite, quando somministrati in quantità adeguate (FAO/WHO, 2002). Arrivano vivi nell’intestino e spostano l’equilibrio verso la parte microbica buona. Sono specie e ceppo specifico, cioè l’azione è specifica per una determinata specie e un determinato ceppo.
I prebiotici sono “substrati che vengono UTILIZZATI SELETTIVAMENTE dai microrganismi conferendo un beneficio per la salute” (Gibson G. R. et al., Nature Reviews Gastroenterology & Hepatology vol. 14, p. 491–502, 2017). Significa che vengono fermentati solo dai microbi probiotici come i Bifidobacteri, favorendo la loro moltiplicazione, fino a 10 volte. Questo effetto sposta l’equilibrio dei microbi verso quelli “buoni” diminuendo così il numero di quelli potenzialmente nocivi (come il Clostridium perfrigens) e la conseguente produzione di sostanze putrefatte.
Il latte ed i suoi derivati possono alimentare il microbiota intestinale?
Il lattosio ha la capacità di comportarsi da prebiotico. Le quote non digerite, infatti, raggiungono il colon, favoriscono la crescita di bifidobatteri e lattobacilli, determinando così un microbiota intestinale più salutare (Br. J. Nutr. 2014, 111, S30–S35).
Il processo di idrolisi del lattosio con lattasi, per produrre il latte delattosato, porta sempre alla formazione di oligosaccaridi (GOS), seppur in minima quantità, che agiscono come prebiotici.
Il siero del latte utilizzato per la produzione di ricotta o come ingrediente, è ricco di sostanze prebiotiche come gli oligosaccaridi (Inter. Dairy Journal 19 (2009) 524).
I biopeptidi del formaggio, possono venire ulteriormente idrolizzati durante il transito gastrointestinale producendo nuovi composti ( peptidi) che possono favorire la crescita dei bifidobatteri, con un effetto benefico sul microbiota intestinale (Inter. J. of Food Microbiology 255 (2017) 32–41).
Lo yogurt rappresenta una meravigliosa matrice fermentata per potenziare l’azione positiva sia di probiotici che di prebiotici aggiunti, a carico soprattutto del microbiota intestinale e della funzionalità gastro-intestinale (Adv Nutr 2017;8(Suppl):155S–64S).
Anche i polifenoli, presenti principalmente in frutta e verdura sembrano presentare proprietà prebiotiche e attività antimicrobiche verso i patogeni. (Nutrients 2019, 11, 2216)