latte
Articoli sul Latte
Intolleranze

Il latte senza lattosio fa male?

Non riuscire a digerire il latte significa avere un’intolleranza al lattosio. Chi fatica a tollerare il latte con i cereali, una bevanda contenente latte come il cappuccino, il formaggio, le torte e i gelati, quasi sicuramente soffre della mancanza genetica dell’enzima chiamato lattasi e che è necessario per tollerare e quindi digerire il lattosio, cioè lo zucchero del latte, contenuto nel latte e derivati.

Oggi cercheremo di capire se il latte che si propone in commercio per coloro che presentano una tale intolleranza faccia male oppure no. Parleremo quindi del latte delattosato e degli altri prodotti senza lattosio e quando è bene sceglierli. Siete intolleranti a latte e latticini e volete scoprire da usuali consumatori di alternative al latte quali prodotti senza lattosio scegliere e quando sceglierli? Non vi resta che scoprirlo insieme a noi.

 

QUANDO SCEGLIERE IL LATTE SENZA LATTOSIO

Nella piramide alimentare della dieta mediterranea, il latte e i suoi derivati sono alla base di un’alimentazione sana ed equilibrata che punti al benessere psicofisico dell’individuo. Il consumo di latte e latticini è tra i consigli indicati per assicurarsi un consumo di nutrienti efficace per mantenere la salute del proprio organismo all’interno delle diete.

Il latte e i suoi derivati sono chiaramente suggeriti in quantità quotidiane che vanno da 2 a 3 porzioni. È chiaro, quindi, che consumare con regolarità il latte e gli altri prodotti caseari sia fondamentale per un apporto nutrizionale completo e sano e porti diversi vantaggi nella vita di tutti i giorni.

Il latte e i derivati del latte offrono alla dieta quotidiana alimenti nutrienti e completi, con diverse proprietà nutritive e terapeutiche note a tutti. Se ci pensate bene, il latte è il primo e principale alimento con cui i bambini vengono nutriti e che imparano a conoscere e, grazie alle sue proprietà dissetanti e al ricco contenuto di sali minerali, è tra le bevande ideali anche per anziani e amanti dello sport che vogliono restare in forma.

Ecco dunque come il latte diventa un alimento protagonista della nostra nutrizione di tutte le fasi della vita: consumato a colazione, è usato anche come spuntino, sotto forma di frullati, e come ingrediente di dolci e creme. Il latte, infatti, è molto apprezzato in estate con del gelato, per realizzare dei golosi frappè. Molti gelati sono preparati con il latte o la panna, soprattutto quando si tratta di variegati o particolari creme. Per chi è intollerante al lattosio è preferibile chiedere alla gelateria quali sono i gusti che non presentano latte tra i loro ingredienti. Solitamente si tratta dei gusti a base di frutta, ma non è una regola comune, pertanto, in caso di intolleranza o semplice difficoltà a digerire il latte, conviene sempre chiedere.

È ricco di aminoacidi, calcio e vitamine. Un’alimentazione con carenze di calcio può provocare una progressiva riduzione della densità ossea. Pertanto, il costante consumo di latticini nella dieta alimentare, sempre accompagnata da una regolare attività fisica soprattutto durante il periodo di crescita del corpo, favorisce un importante e imprescindibile sviluppo minerale osseo, allontanando così lo spettro di una futura osteoporosi.

Nel banco frigo possiamo trovare varie tipologie di latte nelle classiche confezioni da litro che, in riferimento al contenuto di grassi, possiamo distinguere in latte intero, parzialmente scremato o scremato. Ma le categorie del latte si differenziano anche per la tipologia o per l’origine (biologico, vegetale, di capra, vaccino, di soia, magro e via dicendo, ma anche per il trattamento subito durante il processo di pastorizzazione, il trattamento termico che permette di eliminare la quasi totalità dei microrganismi patogeni animali (presenti all’atto della mungitura) con il minimo impatto sulle caratteristiche nutrizionali e organolettiche.

Le diverse combinazioni di temperatura e tempo di pastorizzazione permettono di distinguere primariamente tra latte fresco, pastorizzato entro le 48 ore dalla mungitura tra i 70 e gli 80° per 15 secondi; e il latte pastorizzato a temperatura elevata, che al contrario del precedente, viene sottoposto, appunto, ad una pastorizzazione a temperatura elevata tramite riscaldamento più alto (tra 80 e 135°C), ma per un tempo molto breve (un secondo). Si parla, invece, di latte uht se sottoposto a un processo di sterilizzazione a temperature superiori ai 100° che ne consente una conservazione a lunga durata.

Non assumere completamente questo minerale è particolarmente pericoloso durante il periodo della gravidanza nelle donne ma anche successivamente durante l’allattamento e in età adulta, periodo in cui il processo di assorbimento intestinale del calcio subisce un rallentamento che è fisiologico a che potrebbe condurre facilmente all’insorgenza dell’osteoporosi.

Tuttavia, l’intolleranza al latte e agli zuccheri semplici delle diverse categorie di latte, dovuta alla mancanza della lattasi, l’enzima preposto alla digestione del lattosio, non costringe necessariamente a rinunciare alla bontà, a tutte le proprietà benefiche e ai valori nutrizionali dei prodotti caseari, che sono un toccasana per la salute. Questo grazie a un prodotto che è ormai reperibile ovunque in commercio: il latte senza lattosio, che nei banconi del supermercato è in ottima compagnia perché sono facilmente reperibili anche altri prodotti senza lattosio come panna, burro, yogurt bianco o magro e latticini.

Avete intolleranze alimentari a latte e formaggi? Potrete trovare una vasta gamma di questi prodotti, con un livello di lattosio inferiore o quasi nullo rispetto al latte intero, all’interno del sito Parmalat nella sezione Zymil, con tante soluzioni e ricette create ad hoc per chi non ama i prodotti con il lattosio.

Si ricorre al latte e ai suoi derivati senza lattosio quando si è in presenza di un’intolleranza che arreca disturbi alimentari talvolta anche invalidanti. Ricordiamo, infatti, che l’intolleranza è dovuta alla quantità di latte o latticini ingeriti e che, solitamente, i disturbi non si manifestano con assunzioni minime di questi alimenti. Stiamo parlando di cefalea, diarrea e gonfiore addominale, che sono solo alcuni dei sintomi che un’intolleranza al lattosio può provocare.

L’intolleranza si può scatenare a qualsiasi età a causa dell’incapacità dell’organismo di digerire e metabolizzare il latte. In questo caso, come già brevemente anticipato, siamo davanti all’assenza dell’enzima lattasi, una piccola ma indispensabile molecola che ha la funzione importante di scindere il lattosio in glucosio e galattosio. La scissione del lattosio da parte di questo importante enzima serve per la digestione dell’alimento e se ciò non accade, ecco che tra i 30 minuti e le 2 ore dall’assunzione di latte e latticini, compaiono gonfiore, flatulenza e meteorismo, oltre a diarrea e pancia gonfia, poiché il lattosio non digerito richiama acqua nell’intestino. Ed è per questo motivo che si parla di “colon irritabile”, e che la pancia tende a gonfiarsi e ad avere attacchi di diarrea o di flatulenza, per il quale si è costretti a rimanere a casa o in zone in cui poter essere rilassati. Importante sottolineare però che, come tutte le intolleranze, anche l’intolleranza al lattosio è proporzionale alla quantità di latte e di latticini ingeriti.

Nelle persone intolleranti, il lattosio non digerito passa nel colon dove incontra i batteri della flora intestinale che lo metabolizzano e producono vari gas tra cui l’idrogeno, che dall’intestino arriva nel sangue e da lì nei polmoni. Ecco perché il metodo migliore per rilevare un’intolleranza al lattosio o il grado di digeribilità del lattosio, è il Breath Test. Questo particolare test indolore vi permetterà di comprendere se il vostro organismo sia o meno intollerante al lattosio semplicemente respirando all’interno di una specie di cannuccia. Se l’aria presente all’interno del tubicino avrà un picco di idrogeno, questo sarà un segno di intolleranza al lattosio. Infatti, la presenza di idrogeno all’interno del proprio respiro è simbolo di una fermentazione intestinale dello zucchero non assorbito dalla flora del colon.

In caso di intolleranza, dopo un primo periodo di esclusione dalla dieta giornaliera dei prodotti incriminati, è possibile reintrodurli gradualmente tenendo conto del livello di soglia e ri-abituare l’organismo al loro consumo, per far sì che le cellule dell’intestino si possano sviluppare. Oppure, è possibile inserire nella dieta prodotti senza lattosio. Infatti, la soluzione di abolire latte e derivati peggiorerebbe molto la situazione, perché i prodotti caseari sono una preziosa fonte di calcio. La percentuale di questo prezioso minerale assunta attraverso i prodotti caseari corrisponde al 57%, una percentuale molto alta se si pensa che l’apporto di calcio fornito dall’acqua corrisponde al 10% e quello fornito dai vegetali all’11%.

Oltre al calcio, latte e formaggi freschi o stagionati hanno un’importante percentuale di zuccheri, acidi grassi saturi e vitamine, componenti fondamentali per il fabbisogno giornaliero e per la crescita nei bambini. Inoltre, i derivati del latte, tra cui lo yogurt intero, se non subiscono il processo di pastorizzazione, hanno l’importante funzione di “probiotici”, contengono ovvero dei microrganismi vivi che, producendo acidi, aiutano l’organismo a combattere le infezioni e ad aumentare le difese immunitarie.

IL LATTE DELATTOSATO

Il latte delattosato è un prodotto modificato nel quale il lattosio viene scisso in glucosio e galattosio, due enzimi più facilmente assimilabili per l’organismo, come nel caso del latte Zymil.

Il latte delattosato si ottiene attraverso un processo di idrolisi enzimatica del lattosio che viene effettuata su latte vaccino. Questo è un processo che permette di ridurre le concentrazioni di lattosio nel latte vaccino comune o nel latte di capra e che sostituisce il mal funzionamento dell’enzima che naturalmente nell’organismo dovrebbe effettuare tale scissione. Non siete amanti del latte vegetale o siete semplicemente stanchi di optare per il latte di soia, il latte di riso, di mandorla, di avena o di cocco? Il latte Zymil, ad esempio, contiene un valore molto basso di lattosio, circa 0,1 g per 100 ml; quindi è degradato quasi al 100%. Provatelo e non dovrete più usare prodotti di soia o a base di soia.

Il latte che viene sottoposto a questo processo, come il latte di alta qualità Zymil, risulta avere un sapore più dolce e delicato, perché sia il galattosio sia il glucosio hanno un elevato potere dolcificante rispetto allo zucchero originario, ma ciò che è importante dire è che i valori nutrizionali del latte delattosato sono identici a quelli assicurati dal latte per quanto riguarda contenuto di calcio e proteine. L’unica differenza è che il latte delattosato è molto più leggero e ad alta digeribilità. Proprio per questa maggiore dolcezza nel sapore è ottimo non solo per chi soffre di intolleranza al lattosio, ma anche per i diabetici, che così utilizzeranno meno zucchero del solito per dolcificare il proprio latte della colazione o della merenda.

Possono ricorrere al latte delattosato coloro che dopo la diagnosi del medico ottenuta attraverso test e indagini sanno di soffrire di un’intolleranza al lattosio, ma è anche un tipo di latte che può essere consumato da chiunque.

Esistono vari tipi di test anche se il più indicato è quello del respiro, che può dividersi in Breath test al lattosio, Breath test al lattulosio, Breath test al glucosio. Per comprendere se si è intolleranti si consiglia il test al lattosio, mentre quello al lattulosio è indicato per determinare il tempo di transito intestinale. Il Breath test al glucosio serve per capire se è in corso una colonizzazione batterica anomala che ha causato diarrea o altri disturbi simili a quelli di una intolleranza.

Il latte delattosato è davvero un valido aiuto per assicurare una dieta completa di tutti gli elementi nutritivi, necessari al giusto sviluppo dell’organismo e a mantenere il benessere sin dalla prima infanzia. Come è ben noto, il latte è un alimento fondamentale per la crescita sana dei bambini, vi diamo il consiglio dunque di non farne a meno. Introdurre nella dieta di un bambino intollerante il latte delattosato consente al suo organismo di assorbire tutte le sostanze nutritive indispensabili per la crescita senza però appesantirlo.

I vantaggi del latte delattosato sono diversi perché è particolarmente digeribile, assicura la presenza degli stessi nutrienti presenti nel latte normale ed è ricco di calcio proprio per sopperire a una possibile mancanza del minerale che gli intolleranti non possono assumere attraverso i prodotti a base di latte. Porterete quindi in tavola un prodotto più dolce e molto efficace da un punto di vista della nutrizione.

GLI ALTRI PRODOTTI SENZA LATTOSIO

Anche i derivati come la mozzarella, lo stracchino, il burro, la panna, il mascarpone e la ricotta possono essere prodotti con latte delattosato e sia nel gusto che nei valori nutritivi, sono identici ai prodotti a base di latte normale. Sempre tra i prodotti Zymil potrete trovare oltre al latte ad alta digeribilità, anche panna, yogurt, formaggi freschi spalmabili e mozzarelle.

Possono contenere lattosio anche biscotti, gelati, dolci, cioccolato, budini, dado da cucina e formaggi a pasta molle. È pertanto necessario non dare per scontato che solo i prodotti caseari possono contenere lattosio. Se siete intolleranti o sospettate un’intolleranza, fate attenzione alle etichette quando fate la spesa e acquistate i vostri prodotti. Le indicazioni relative a lattosio seguono delle apposite regole, in quanto si tratta di informazioni di rilievo sanitario perché relative a ingredienti potenzialmente allergeni. A livello nazionale, l’indicazione “senza lattosio” può essere impiegata per i diversi tipi di latte e prodotti lattiero-caseari con un residuo di lattosio inferiore a 0,1 g per 100 g o 100 ml.

Inoltre, è sempre bene ricordare che esistono prodotti caseari che sono sempre privi di lattosio, come i formaggi stagionati che vengono sottoposi a un lungo processo che riduce il lattosio a livelli pari allo zero e li rende facilmente digeribili. Oltre ai formaggi stagionati, esistono poi anche i prodotti che naturalmente contengono una bassissima quantità di lattosio e sono quindi facilmente tollerabili dall’organismo: stiamo parlando dello yogurt e dei latti fermentati.

Nonostante lo yogurt sia un derivato del latte, esiste lo yogurt senza latte che può essere assunto senza nessuna paura di incorrere nei tipici disturbi delle intolleranze. Infatti, lo zucchero del latte, nel caso della produzione dello yogurt, subisce una trasformazione diventando acido lattico attraverso la fermentazione che operano i batteri. Come il latte, tuttavia, in commercio è facile anche trovare lo yogurt senza lattosio, addizionato con l’enzima lattasi che permette la digestione di tutto il lattosio residuo presente e, cosa ben più importante, non altera le proprietà nutrizionali e organolettiche del prodotto. E non è tutto: inserire lo yogurt nell’alimentazione giornaliera garantisce un effetto positivo e benefico sulla salute dell’intestino; è stato infatti dimostrato che i batteri presenti nello yogurt aiutano a migliorare la digestione del lattosio.

Addirittura, alcuni suoi probiotici riescono a favorire la digestione del lattosio, il suo assorbimento e il metabolismo nei soggetti intolleranti. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per approfondire meglio l’efficacia dell’utilizzo dei probiotici in caso di intolleranza al lattosio.

Latte e derivati, mangiati al naturale o inseriti in tante semplici ricette, dalla colazione alla cena, non possono mancare in una dieta quotidiana che voglia apportare all’organismo un equilibrio bilanciato di nutrimenti e calorie. Potrete trovare molte proposte e curiosità sul sito Zymil, che cura ricette senza lattosio adatte agli intolleranti e a tutti coloro che preferiscono prodotti senza questo ingrediente.

Una piccola curiosità: per combattere il gonfiore addominale potete utilizzare, oltre al latte delattosato, alcune spezie e alcune erbe aromatiche come lo zenzero, la cannella in stecche, la curcuma, la noce moscata, l’anice, il finocchio e il timo, che svolgono un’azione digestiva e carminativa: sono in grado cioè di eliminare i gas a livello intestinale.

Un altro suggerimento, tra le indicazioni generali, è quello di bere molta acqua. Come abbiamo precisato precedentemente il lattosio non digerito porta l’acqua all’intestino e pertanto il nostro corpo avrà necessità di una maggiore integrazione di liquidi. Oltre al fatto che è fondamentale una idratazione continua del proprio corpo, in questi casi è doveroso bere almeno 2 litri di acqua giornalieri.

Scopri gli altri articoli

Tutti i nostri consigli per un’alimentazione sana e bilanciata

heading parmalat corporate