Con il termine vitamina D si fa riferimento ad una molecola con funzioni molto importanti per l’organismo umano e molto particolari.

Infatti  la vitamina D si forma prevalentemente nell’organismo umano per effetto della luce solare sulla pelle. I raggi UV producono la vitamina D3 o la vitamina D2, a secondo che agiscano rispettivamente su uno molecola (steroide) di origine animale o vegetale. La vitamina D3 e la vitamina D2, sempre nell’organismo, danno origine alla stessa forma attiva (attraverso “due idrossilazioni”), che è la vitamina D.

La forma attiva si lega a specifici recettori e agisce su diversi tessuti con meccanismo simile a quello degli ormoni.

La vitamina D3 è anche presente tale quale in alcuni alimenti di origine animale come il tuorlo d’uovo, il  pesce azzurro e in minor quantità il latte e i suoi derivati.

La funzione più nota della vitamina D è sicuramente quella di stimolare l’assorbimento del calcio e di mantenere adeguati livelli di calcio (e fosforo) nello scheletro per la salute e robustezza  delle ossa. Questo avviene attraverso interventi molto complessi della vitamina D su almeno tre organi: l’intestino tenue, il rene e l’osso.

Studi hanno evidenziato che la vitamina D e il microbiota intestinale si influenzano reciprocamente in modo positivo: il microbiota ottimizza l’assorbimento intestinale del calcio e valori di vitamina D elevati si associano ad un minor rilascio di specifiche molecole con azione pro-infiammatorie da parte di  determinate specie batteriche.

La letteratura degli ultimi vent’anni riporta che la vitamina D gioca un ruolo importante  anche in altri processi vitali per l’organismo come la funzione muscolare.  In condizioni di carenza di vitamina  D sono stati descritte gravi patologie legate alla contrazione, al tono e alla  riduzione della forza muscolare (difficoltà ad alzarsi dalla sedia, impotenza funzionale nel portare le braccia sopra la testa, ecc.), con disturbi dell’equilibrio e con conseguente aumento del rischio di cadute.

La vitamina D è importante anche per il sistema immunitario e contribuisce a modulare il processo infiammatorio, tanto che EFSA, in un documento ufficiale, ha concluso: “La vitamina D contribuisce al normale funzionamento del sistema immunitario e riduce la risposta infiammatoria”.

La vitamina D contribuisce a spostare l’equilibrio infiammatorio/anti-infiammatorio a favore di quest’ultimo, riducendo  la produzione di molecole (citochine) infiammatorie.

Studi riportano coerenti associazioni tra basse concentrazioni della forma attiva della vitamina D e maggior suscettibilità alle infezione acute delle vie respiratorie.  La vitamina D sembra indurre la produzione di molecole antimicrobiche (peptidi)  in risposta a stimoli sia virali che batterici.

Anche i prodotti di degradazione (metaboliti) della vitamina D potrebbero indurre effetti  antimicrobici.

Nel 2017 un’analisi della letteratura  ha evidenziato che l ‘integrazione di Vitamina D riduce il rischio di infezione acuta del tratto respiratorio.

Recentemente è stato evidenziato che la vitamina D3 viene attivata localmente nei tessuti polmonari, suggerendo che un elevato apporto dietetico di vitamina D3 può avere un effetto preventivo contro la polmonite interstiziale.

I dati clinici ottenuti da pazienti COVID-19 in Cina hanno mostrato  alte concentrazioni di molecole infiammatorie (citochine), che indicano la presenza di “tempesta infiammatoria” in casi gravi di COVID-19. La vitamina D con la sua azione antinfiammatoria può contribuire a sopprimere la tempesta di citochine e può aumentare sostanzialmente le possibilità di ridurre la gravità dei casi di COVID-19.

Approfondimento sulla vitamina D della Dott.ssa Valeria del Balzo: La vitaminaD Del Balzo

 

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