Baccalà alla vicentina
In questa ricetta vi mostreremo come preparare il baccalà alla vicentina, un classico della tradizione veneta le cui origini sono antichissime. Non fatevi spaventare dai tempi di cottura lunghi, perché la ricetta è facilissima! Otterrete un piatto gustosissimo e sfizioso, che farà leccare i baffi a tutta la famiglia. Il baccalà alla vicentina è un secondo piatto preparato con pezzi di stoccafisso infarinati e cotti a fiamma dolce con abbondante cipolla, ricoperto di olio e latte. Il nome della ricetta potrebbe trarre in inganno: infatti il “bacalà” (sì, con una c) indica in Veneto lo stoccafisso, e non il merluzzo salato come nel resto dell’Italia.
Qui vi presentiamo la ricetta originale della Confraternita del Baccalà alla Vicentina, l’associazione che salvaguarda e diffonde l’antica ricetta tradizionale. A Vicenza viene tramandata di generazione in generazione e ogni famiglia ha le sue piccole varianti. L’unica variazione da noi proposta è quella di utilizzare la farina integrale al posto di quella bianca.
Ideale per stupire i vostri amici o parenti a cena, questa ricetta a base di merluzzo sarà un secondo piatto che non lascerà nessuno insoddisfatto. Nella scelta del merluzzo essiccato, vi suggeriamo di utilizzare la tipologia “ragno”, una qualità che proviene dalle Isole Lofoten, in Norvegia. Un suggerimento per rendere questo piatto ancora più appetitoso? Accompagnarlo con della polenta al cucchiaio e un calice di tocai rosso!
Preparazione
- 1
Mettete in ammollo lo stoccafisso in acqua fredda per 2 o 3 giorni, cambiandola ogni 4 ore. Quando sarà ammollato, tagliatelo per lungo, levate la lisca, le spine e la pelle e dopodiché tagliatelo a pezzi.
- 2
Rosolate le cipolle tritate finemente in un tegamino con l’olio, poi tagliate a pezzetti le sarde sotto sale e aggiungetele. Dopo qualche minuto, a fuoco spento, unite anche il prezzemolo tritato.
- 3
Infarinate lo stoccafisso, bagnatelo con un po’ del soffritto e disponetelo in un tegame di cotto o alluminio oppure in una pirofila. Ricoprite il pesce con il resto del soffritto, quindi aggiungete grana grattugiato, latte, sale e pepe. In ultimo, unite l’olio fino ad arrivare a coprire tutti i pezzi. Cuocete a fuoco basso per 4 ore e mezza, ruotando ogni tanto il recipiente ma senza mescolare.
Curiosità
Secondo la leggenda popolare, il baccalà è legato al nome di Messer Piero Querini, mercante veneziano che nel XV secolo si avventurò insieme al suo equipaggio verso il mare del Nord. Con l’intento di commerciare spezie, cotone, malvasia e legni aromatici, partì nel 1431 da Candia, un’isola di Creta, al tempo colonia della Serenissima. Purtroppo però, una tempesta improvvisa sorprese i marinai e l’imbarcazione finì per naufragare su uno scoglio delle isole Lofoten. Una parte dell’equipaggio riuscì a salvarsi e a raggiungere un’isola deserta. Lì i sopravvissuti si cibarono di molluschi crudi e bevvero neve sciolta finché non vennero salvati dagli abitanti di un’isola vicina che, approdati all’isola deserta, li accolsero e nutrirono secondo le loro usanze.
Proprio qui, i veneziani scoprirono un modo particolare di conservare il merluzzo, che veniva salato e seccato all’aria. Gli abitanti dell’isola di Rost lo chiamavano “Stockfiss”. La parola “stoccafisso” deriva infatti dall’olandese stocvisch (stoc, bastone e visch, pesce), ovvero pesce a bastone. Pietro Querini riuscì a tornare a casa proprio grazie allo stoccafisso: infatti, nel tragitto verso Venezia, lo scambiò per vitto e alloggio e mezzi di trasporto. Quando il mercante veneziano riuscì finalmente a tornare a casa, diffuse a Venezia questo modo di conservare il merluzzo, ritenuto una valida alternativa al pesce fresco, che era molto più costoso e deperiva in fretta.
Il baccalà è ancor oggi uno dei piatti più apprezzati della cucina veneta: oltre al baccalà alla vicentina, infatti, a Venezia possiamo gustare il baccalà mantecato e i cicchetti, cioè dei tipici antipasti veneziani, tra i quali è tipico quello con pane o polenta e baccalà.
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