La crema namelaka avrà sì origini giapponesi, ma la cucina si sa non conosce confini e questa deliziosa ganache è ormai utilizzata in ogni dove. Questa ricetta proveniente dal Giappone è incredibilmente facile, veloce da realizzare e senza cottura.

La Namelaka è una delicatissima ganache come dice il nome stesso, tratta dalla scuola di Valrhona, dall’aspetto lucido, cremosa e dal gusto delicato a base di latte che può essere aromatizzata nei più svariati modi, con timo, limone, vaniglia, cannella ed è usata come accompagnamento di altri dessert, poggiandone una cucchiaiata al fianco e spolverandola con zucchero a velo, oppure come vera e propria crema per farcire torte, pasticcini, o ancora come dolce a sé stante servita in un bicchierino.

La crema namelaka di cui vi proponiamo la ricetta è perfetta come farcitura di pasticceria e per realizzare deliziose decorazioni per tutte le vostre torte, la ricetta è oltretutto leggerissima perché senza uova e il risultato finale non potrà che sorprendervi. Quindi cosa state aspettando? Armatevi di sac à poche!

Se siete celiaci, è bene sapere che alcuni ingredienti, come il cioccolato bianco e la colla di pesce potrebbero contenere tracce di glutine, perciò è consigliabile assicurarsi che siano prodotti certificati gluten free.

Preparazione

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    Per ottenere una perfetta crema namelaka al cioccolato bianco, prima di tutto dovrete sciogliere il cioccolato in microonde o a bagnomaria, se prima lo sminuzzerete grossolanamente in scaglie, il procedimento risulterà più rapido. In una ciotola a parte immergete i fogli di gelatina per circa 8 minuti, allo stesso tempo in un tegame mettete a scaldare del latte e portatelo a bollore.

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    Quando sarà caldo aggiungete il glucosio e i fogli di gelatina. Versate poco per volta il latte caldo nella ciotola dove il cioccolato si sarà sciolto e mescolate fino a ottenere una crema il più possibile omogenea. Aggiungete la panna fresca liquida e passate il tutto con un frullatore a immersione.

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    Quando avrete ottenuto una crema liquida, omogenea e priva di grumi, ricoprite con della pellicola trasparente e lasciate riposare in frigorifero fino al giorno successivo. La crema namelaka è perfetta per essere utilizzata come farcitura di pasticceria per torte o dolci al cucchiaio, ma se gradite una consistenza più sostenuta, montatela con le fruste elettriche e utilizzatela come guarnitura sulle vostre torte.

    Curiosità

    La crema Namelaka è una soffice crema giapponese al cioccolato bianco, il cui nome in giapponese sta proprio ad indicare il carattere ultra cremoso ed estremamente vellutato di questa ganache.

    Nata dall’estro di uno chef pasticcere giapponese intorno agli anni Novanta, questa crema è diventata incredibilmente popolare tra gli chef nipponici e non solo, ad oggi è infatti utilizzata in tutto il mondo dell’alta pasticceria in numerose versioni.

    Forse non tutti conoscono le origini del cioccolato bianco che, a differenza del cioccolato propriamente detto, sono piuttosto recenti, tanto che in molti sostengono che il primo non possa vantare l’appellativo di “cioccolato”.

    Il cioccolato bianco ha avuto origine nel 1930 ed è una multinazionale francese del settore alimentare a esserne responsabile; fu infatti in Svizzera che una famosa azienda produsse per la prima volta il cioccolato bianco. Inizialmente, l’idea era quella di riutilizzare le eccedenze industriali di burro di cacao per evitare le numerose perdite: in principio il primissimo uso del burro di cacao in eccedenza è stato puramente farmaceutico, utilizzato per progettare supposte fino alla metà del XX secolo. Oltre al gusto, il burro di cacao è necessario per permettere al cioccolato di sciogliersi in bocca, indipendentemente dalla temperatura ambiente.

    A questo ingrediente chiave si aggiungono zucchero, latte in polvere e, occasionalmente, vaniglia, cotti a bagnomaria alla giusta temperatura. A differenza del cioccolato fondente, il colore del cioccolato bianco non è fatto con le fave di cacao. In effetti, queste fave di cacao non vengono utilizzate per produrlo, da qui la sua cattiva reputazione tra i puristi.

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