La tradizionale ricetta della pastiera napoletana vuole che la delicata crosta burrosa di questa classica crostata napoletana racchiuda un ricco ripieno di frutti di grano cotto, ricotta e crema pasticcera, arricchita con scorze d’arancia candite e aromatizzata con acqua di fiori d’arancio.
La pastiera in Campania è tradizionalmente consumata per la Pasqua, anche se si dice che le sue origini risalgano ai tempi pagani. Secondo una leggenda, per celebrare il ritorno della primavera, le sacerdotesse di Pompei preparavano pasticcini di grano simili all’odierna pastiera come offerta per Cerere, la dea romana dell’agricoltura, delle colture cerealicole e della fertilità.
Ma la pastiera che conosciamo oggi ha origine nei conventi di Napoli. Era considerata un simbolo di resurrezione, rinascita e nuova vita, tradizionalmente preparata tra il Giovedì Santo e la vigilia di Pasqua, pratica che continua ancora oggi. La ricetta che abbiamo deciso di proporvi consiste in una versione più leggera della tradizionale pastiera napoletana, non è previsto infatti l’utilizzo né del burro né dello strutto e il latte che andremo ad utilizzare è il latte Zymil, particolarmente indicato per chi ha difficoltà a digerire il latte e i suoi derivati, l’ingrediente ideale se avete voglia di un buon dolce senza dover rinunciare a qualità e gusto!
Preparazione
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Per la vostra pastiera napoletana dovrete prima di tutto pensare a preparare la frolla: in una ciotola capiente unite 80 gr di zucchero, un uovo intero e un tuorlo, lavorate con le fruste elettriche fino ad ottenere un composto spumoso. Quindi aggiungete a filo l’olio di semi, una grattugiata di scorza di limone e 100 ml di latte continuando a mescolare. Con un setaccio aggiungete la farina, mescolate e spostatevi su un piano da lavoro. Impastate la vostra pasta frolla fino a quando sarà una pagnotta morbida e compatta, dopodiché avvolgetela nella pellicola trasparente e mettetela in frigo a riposare per circa 1 ora.
- 2
Successivamente mettete i restanti 200 ml di latte a scaldare sul fuoco, quando sarà tiepido unitevi il grano cotto, un pizzo di zucchero e mescolate fino a quando non raggiungerà una consistenza cremosa. Nel caso dovesse iniziare ad attaccarsi, aggiungete un po’ di latte. Nel frattempo montate e neve gli albumi di due uova. Quando il grano sarà pronto, toglietelo dal fuoco, lasciatelo raffreddare e una volta tiepido unite il formaggio fresco spalmabile, lo zucchero, i canditi, la cannella, i due tuorli e le chiare montate a neve. Mescolate molto delicatamente con una spatola dal basso verso l’alto, fino a quando il vostro ripieno non risulterà omogeneo.
- 3
Togliete la pastafrolla dal frigo, conservatene circa ¼ e mettetela da parte, lavorate l’altra parte con l’aiuto di un mattarello e stendetela sul fondo di una teglia da dolci del diametro di circa 26 cm. Praticate qualche foro di forchetta sul fondo, prima di versare il ripieno sulla pasta frolla. Con la pasta che avete messo da parte realizzate delle strisce e disponetele a griglia sull’impasto. Infornate la vostra torta in forno statico preriscaldato a 180° per 60 minuti. Allo scadere del tempo, quando la pastiera sarà pronta, sfornatela, lasciatela intiepidire e preparatevi a servirla calda.
Curiosità
La pastiera napoletana è un dolce della tradizione di Napoli, come è facilmente desumibile dal nome di questo dessert. La tradizione fa risalire origini di questo dolce all’antica mitologia greca e allo stesso personaggio a cui è attribuita, sempre secondo la mitologia, la fondazione della città di cui porta il nome: la sirena Partenope. Quest’ultima, gettatasi in mare per la disperazione di essere stata battuta nel canto da Orfeo, perse la vita alla foce di un fiume che bagnava la terra sulla quale poi sarebbe sorta la città di Napoli, esattamente dove oggi sorge il suo castello più antico, Castel dell’Ovo.
Partenope fu venerata allora come protettrice della città stessa e in suo nome fu indetta una corsa che aveva luogo ogni anno. In che modo però il dolce da noi oggi conosciuto come “pastiera” affonderebbe le radici in questo mito tanto antico? Sembrerebbe, sempre secondo il mito, che gli abitanti di Napoli per celebrare la loro protettrice le offrissero dei doni: farina, ricotta, uova, grano cotto nel latte, agrumi e zucchero, quegli stessi alimenti che oggi sono gli ingredienti del tradizionale dolce napoletano.
Sembrerebbe in realtà che questo piatto sia nato molto dopo la storia di Partenope, nel cuore della stessa Napoli lungo la celebre strada delle botteghe artigiane, nel lontano XVI ad opera di una suora del convento di San Gregorio Armeno. Quali che siano tuttavia le sue origini, la pastiera napoletana costituisce sicuramente il simbolo di quella che è un’antichissima tradizione della sua città e per questo, uno storico simbolo.