Il pasticcio di patate è un gustoso piatto unico da servire ai vostri amici e parenti per una cena alla portata di tutti i palati.

Una reinterpretazione del classico timballo, il pasticcio di patate è una soluzione perfetta quando dovete riutilizzare gli avanzi in frigorifero, come dei formaggi o salumi. Sbizzarritevi con gli abbinamenti, con il pasticcio di patate non si sbaglia mai!

A impreziosire questa preparazione c’è il tocco della Besciamella Senza Lattosio Integrale Chef che unisce vivacemente tutti i sapori, garantendo un risultato eccezionale! L’incontro tra la deliziosa crosticina creata con una grattugiata di parmigiano e la cremosità della besciamella lascerà i vostri ospiti a bocca aperta! Il tutto insieme alla scamorza filante, alla pancetta e al prosciutto cotto… avete l’acquolina in bocca vero?

Cosa aspettate, rimboccatevi le maniche e cominciate a preparare il pasticcio di patate! In meno di 60 minuti il gioco è fatto, non temete. Seguite questi tre passaggi e preparatevi a gustare un piatto unico delizioso:

Preparazione

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    Per preparare un pasticcio di patate con i fiocchi, per prima cosa lessate le patate. Dopodiché scolatele, sbucciatele e lasciatele raffreddare. Tagliate nel frattempo a cubetti la pancetta, il prosciutto cotto e la scamorza con l’aiuto di un coltello (prestate attenzione a non ferirvi con la lama).

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    Passate le patate in uno schiacciapatate e poi versate sul fondo di una teglia della Besciamella Senza Lattosio Integrale Chef. Date forma poi al primo strato di patate. Aggiungete poi del sale, il prosciutto, la pancetta e la scamorza.

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    Ripetete l’operazione fino all’esaurimento di tutti gli ingredienti, lasciando come ultimo strato le patate, la besciamella e i cubetti di scamorza. Spolverate del parmigiano grattugiato e pangrattato sulla superficie e ponete la pirofila in forno per mezz’ora a 200°. Lasciate intiepidire qualche minuto prima di servire. Ecco fatto!

    Curiosità

    Il pasticcio di patate è una variante di una preparazione molto molto antica, il “pasticium”, un composto che da quanto ci racconta il gastronomo romano Apicio nella sua opera “De re coquinaria” veniva preparato già a partire dal 20 a.C. Sbalorditivo quanto la tradizione culinaria dello Stivale sia così antica, l’eco della sapienza degli antenati arriva ancora sulle tavole italiane.

    Non a caso questa ricetta del pasticcio di patate non è solo una reinterpretazione del pasticcio a base di carne dell’antica Roma, ma anche un’alternativa al più famoso gâteau di patate, punta di diamante della cucina partenopea. Avete percepito l’influenza francese? Avete proprio ragione!

    I napoletani lo chiamano più semplicemente “gattò” o “gatò”, ma questa ricetta è stata concepita nel Regno delle Due Sicilie proprio a seguito dell’unione tra Ferdinando I e Maria Carolina, ragion per cui Napoli divenne crocevia di tradizioni e culture, sintetizzando la gastronomia francese in chiave mediterranea.

    Ad accelerare la mescolanza di culinaria si riconosce il merito senza dubbio alla signora d’Asburgo, la quale riempì le cucine napoletane con i cuochi d’alta cucina francese, chiamati semplicemente “monsieur”: tutte le famiglie partenopee più abbienti si circondarono di cuochi francesi, segno incontrovertibile della loro affermazione nella loro società. Insomma, se non c’era un francese in cucina, la famiglia non godeva di abbastanza prestigio.

    Da qui la nascita del gattò di patate: i cuochi, ammaliati dalle prelibatezze che il territorio napoletano offriva, come dei salumi, la provola e formaggi tradizionali, diedero vita a questa ricetta. Un vero sformato di ingredienti, gusti e filosofie.

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