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La panna contiene grassi saturi?

La panna è ottenuta a partire dalla parte grassosa del latte e, pertanto, è ricca di grassi saturi. Questi lipidi si trovano principalmente negli alimenti di origine animale, ma possono trovarsi anche in quelli vegetali.

Come tutti i tipi di grassi, anche quelli saturi sono additati di essere nemici della salute. In realtà non è proprio così. In questo approfondimento vogliamo darvi le giuste informazioni su quali sono i benefici dei grassi saturi, oltre a passare in rassegna le relative quantità nella panna e negli altri alimenti.

Cosa sono i grassi saturi

I grassi saturi sono alcuni dei lipidi che vengono assunti dall’organismo attraverso l’alimentazione. Sono presenti in natura principalmente sotto forma di trigliceridi di origine animale e vegetale e si trovano nella quasi totalità della componente grassa dei tessuti animali, oltre che nei latticini e derivati, nonché nei grassi di natura vegetale, come nell’olio di cocco, di palma e di semi di palma. Gli altri oli vegetali, invece, come di oliva, girasole, mais, arachidi e altri, sono di norma formati principalmente da acidi grassi insaturi.

Da un punto di vista chimico, i grassi saturi hanno una struttura caratterizzata da una catena lineare di carbonio formata da legami semplici, ovvero priva di doppi legami. Questo tipo di struttura gli conferisce una buona stabilità chimica perché gli dà la possibilità di disporsi linearmente nello spazio e di facilitare le interazioni con le altre molecole.

Da un punto di vista pratico, tale caratteristica si traduce in un elevato punto di fusione, il che rende i grassi saturi più resistenti alla temperatura e a processi quali l’ossidazione e l’irrancidimento.

Grassi saturi nella panna

Da un punto di vista nutrizionale, la panna, provenendo dalla componente grassa del latte, è caratterizzata da una consistente quantità di grassi saturi. In generale, a prescindere dalla tipologia della panna, i grassi saturi rappresentano il 67% dei lipidi che la caratterizzano. Ma vediamo più nel dettaglio le quantità per tipo di panna.

La Panna Classica Chef, ovvero la crema di latte utilizzata principalmente per donare cremosità e omogeneità ai piatti salati, ha il 21,5% di grassi, di cui il 14,4% sono saturi. Per quanto riguarda la sua versione light, la Chef Leggera, essendo de-grassata del 50%, ha il 10,5% di grassi, di cui il 7% sono saturi.

La Panna Fresca Chef, invece, ha un apporto grassoso più elevato, per un totale pari al 35% di grassi, il 23,5% dei quali sono saturi. La panna fresca, infatti, essendo sottoposta a un processo di pastorizzazione a temperature relativamente basse (massimo 70°), ha una quantità di grassi superiore rispetto alla panna da cucina, dove le alte temperature a cui sottostà durante la produzione (superiori ai 100°), oltre a sterilizzarla completamente, eliminando batteri e altri microrganismi patogeni, abbatte una parte di grassi che la caratterizzano.

Questa è la principale peculiarità che distingue i due tipi di panna. La Panna Fresca Chef, grazie al suo quantitativo di grassi, può essere montata, contrariamente alla panna da cucina. La capacità di montare e il sapore neutro della Panna Fresca Chef la rendono molto versatile: potrete usarla, infatti, per la realizzazione di tutte le pietanze, sia dolci che salate.

Dona cremosità ad antipasti, primi e secondi piatti, ed è l’ingrediente fondamentale per la preparazione di numerosi dessert, come la panna cotta. Infine, è l’ingrediente ideale per farcire e decorare torte e altri tipi di dolci una volta montata.

Ma la panna montata può essere realizzata perfettamente anche con la Panna da Montare in Brik Chef. Come la panna da cucina, la panna da montare è sottoposta a un processo di sterilizzazione. Questo la rende meno grassa della panna fresca, per un totale di grassi pari al 31%, di cui il 21% sono saturi.

Benefici dei grassi saturi

Come detto, i grassi saturi si trovano principalmente negli alimenti di origine animale, come carne rossa, pollame, latticini e derivati. Come tutti i tipi di lipidi, sono spesso additati di essere nemici della salute. In realtà non è così. Ovviamente, un uso sproporzionato di cibi contenenti grassi saturi ha un effetto negativo sull’organismo, contribuendo a aumentare il livello di colesterolo nel sangue e, con questo, le probabilità di insorgenza di alcune malattie, come quelle cardiovascolari.

Questo non significa che non debbano essere assunti. Anzi, i grassi saturi hanno alcuni benefici che li rendono indispensabili. Questi, infatti, hanno un effetto positivo sulle funzioni cognitive e la memoria.

Essendo ricchi di vitamina K2, fungono da spazzini delle arterie insieme alla vitamina D, favorendone il funzionamento e coadiuvando la corretta metabolizzazione del calcio, fondamentale per la formazione e la resistenza delle ossa, e della colina. Quest’ultima è una sostanza che controlla i livelli di colesterolo nel sangue e che protegge la salute del fegato, per esempio in caso di epatite o di cirrosi. Inoltre, è importante per il buon funzionamento del sistema nervoso, tanto che viene consigliata in caso di depressione, visto che favorisce la produzione di serotonina, conferendo calma e serenità, nonché in caso di perdite di memoria, Alzheimer e altre forme di demenza.

Le linee guida del Ministero della Salute per la prevenzione dell’aterosclerosi suggeriscono di limitare il consumo di grassi saturi, che sono il fattore dietetico critico per i livelli di colesterolo “cattivo” nel sangue (LDL) non di eliminarli dall’alimentazione. Per un soggetto in buona salute, infatti, gli esperti consigliano un apporto quotidiano di grassi saturi fino al 10% delle calorie totali ingerite, oltre a raccomandare di non assumere più di 300 mg di colesterolo animale al giorno.

Ricordate: una dieta sana necessita di un apporto equilibrato di proteine, carboidrati e grassi. In generale, un buon regime alimentare giornaliero è caratterizzato dalle seguenti percentuali di apporti energetici:

  • 12% dalle proteine;
  • 25% dai grassi, di cui il 10% saturi;
  • 63% carboidrati.

Detto questo, una recente ricerca dell’Università di Bergen sottolinea che il corpo umano può funzionare bene anche con l’apporto di grassi saturi, ovviamente non provenienti da cibo spazzatura, perché anche questi sono fonte di energia. Anzi, i grassi sono quel nutriente che fornisce una quantità maggiore di energia. La quantità di energia, ovvero le calorie, che si acquisiscono dal cibo ingerito, infatti, è raccolta dai grassi, dalle proteine e dai carboidrati che lo stesso possiede. Ogni grammo di grasso fornisce circa 9 kcal. Ogni grammo di proteine e carboidrati, invece, contiene intorno alle 4 chilocalorie.

Per questo, l’importante è non abusarne e bilanciarli correttamente quando ingeriti in combinazione con i carboidrati.

Per fare un esempio, in una dieta bilanciata di 1500 kcal giornaliere, l’apporto energetico dei grassi saturi deve essere massimo 150 kcal. Visto che 1 gr di grasso possiede circa 9 kcal, la quantità consigliata di consumo di grassi saturi nell’arco di una giornata è pari a 16 gr.

Dunque, la protezione dalle malattie cardiovascolari e dall’obesità deriva principalmente dalla moderazione e modulazione calorica del cibo ingerito e, in generale, dal condurre uno stile di vita sano:

  • moderare l’assunzione di zuccheri semplici;
  • seguire una dieta ricca di vegetali freschi;
  • non bere alcolici;
  • non fumare;
  • praticare regolare attività fisica.

Grassi saturi negli alimenti

I grassi saturi, come detto, possono essere sia di origine animale, dunque li troviamo nella carne così come nel latte e nei suoi derivati, sia di origine vegetale, come nell’olio di cocco o in quello di palma.

Vediamo quali sono i cibi che contengono grassi saturi e in quale quantità, considerando una porzione di prodotto pari a 100 gr:

  • la carne rossa, come per esempio quella dei bovini o degli ovini, è caratterizzata da un’elevata percentuale di grassi saturi. In media, la carne rossa contiene 15 gr di grassi saturi, quantità che varia a seconda del taglio, più o meno magro;
  • la carne bianca, come pollo o tacchino, contiene una quantità di grassi saturi di molto inferiore rispetto a quella rossa, essendo caratterizzata, di contro, da una maggiore percentuale di grassi insaturi. In media, la carne bianca contiene l’1-1,5% di grassi saturi;
  • i salumi, come pancetta e salame, contengono molti grassi saturi. La percentuale media si aggira intorno al 35% di grassi saturi ogni 100 gr di prodotto;
  • il burro è l’alimento grasso per eccellenza. Questo, infatti, contiene 51 gr di grassi saturi per 100 gr di prodotto. Quantità, questa, nettamente superiore di quella contenuta nel lardo, pari a circa 31 gr;
  • i formaggi sono caratterizzati da un’elevata quantità di grassi saturi. La percentuale varia decisamente dal tipo. In media, i valori dei grassi saturi all’interno dei formaggi oscillano tra i 15 e i 25 gr di grassi all’etto;
  • l’olio di cocco è l’alimento di origine vegetale con la più elevata quantità di grassi saturi, per un totale di 82 gr per litro;
  • il cioccolato, compreso quello fondente, ha un’elevata quantità di grassi saturi, ovvero circa 32 gr ogni 100 di prodotto.

Detto questo, facciamo un esempio pratico. Visto che la quantità giornaliera di grassi saturi non deve superare il 10% del fabbisogno energetico giornaliero, se volete consumare un pasto a base di salumi e formaggi, sarebbe ottimale che questo fosse assunto come piatto unico, evitando, soprattutto, di consumarlo insieme a altra carne e/o utilizzare il burro come condimento. Inoltre, sarebbe meglio non concedersi più di 1 quadretto di cioccolato durante quella giornata.

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