La digestione è un processo fondamentale nella vita dell’uomo, senza il quale diventerebbe impossibile anche nutrirsi correttamente. Chi soffre di cattiva digestione, un disturbo chiamato dispepsia, può sentirsi gonfio e pesante, manifestare inappetenza, stanchezza, alitosi, eruttazioni, meteorismo o problemi gastrointestinali più seri.
Oggi sappiamo con certezza che le persone che soffrono di tale disturbo sono moltissime: si stima che in Italia almeno tre persone su quattro abbiano avuto a che fare con la dispepsia almeno una volta nel corso dell’anno (in occasione di un pasto troppo abbondante, di una debilitazione generale, di fattori come stress e ansia, e così via); ma il dato più rilevante è che sembra che circa un italiano su quattro ne soffra abitualmente, ovvero almeno una volta a settimana, se non ogni giorno.
Molti dei sintomi derivanti dalla cattiva digestione, però, derivano da un nostro errato comportamento a tavola e durante le normali attività della vita quotidiana. Ecco perché diventa ancora più importante recepire e conoscere meglio questo disturbo.
Ma quali sono, allora, le principali cause della cattiva digestione? Come possiamo riconoscerne i sintomi e, soprattutto, trovare i giusti rimedi, magari attraverso una dieta specifica, per stare di nuovo bene e instaurare un buon rapporto con il cibo? Continuate la lettura e lo scoprirete!
DISPEPSIA: COS'È?
La dispepsia, più comunemente chiamata “cattiva digestione“, è un’alterazione del processo digestivo a livello dello stomaco che si manifesta generalmente dopo i pasti. Si tratta di un disturbo purtroppo molto comune provocato dalla difficoltà, da parte degli organi del sistema digerente, a svolgere la loro principale funzione di scissione e assimilazione del cibo ingerito. Non si tratta solo di stomaco e fegato: a interagire con il processo di digestione ci sono molti altre parti del nostro organismo, a partire dalla bocca, per poi proseguire con l’epiglottide (in base al funzionamento della quale acceleriamo o rallentiamo la deglutizione), la faringe e l’esofago (che possono essere interessati dal reflusso gastroesofageo), per concludere con il pancreas, l’intestino tenue e l’intestino crasso.
Si parla di dispepsia funzionale quando i disturbi a carico dell’apparato digerente non hanno una causa organica nota: in questi casi, che sono la maggioranza, la dispepsia è legata semplicemente a un eccesso di secrezione di succhi gastrici o a un deficit della motilità dello stomaco, con un ritardo nello svuotamento del contenuto gastrico e i conseguenti problemi digestivi. Talvolta, però, può anche essere organica, ovvero sintomatica di patologie o disturbi di altro tipo.
Il College of Gastroenterology (ACG) e la Canadian Association of Gastroenterology (CAG) hanno evidenziato che la dispepsia è una malattia molto comune nel mondo e che circa 18 milioni di persone ne soffrono. Altrettanto numerosi sono i giorni lavorativi persi durante attacchi di dispepsia. Per poter valutare meglio il problema si è convenuto che si può parlare di un disturbo di dispepsia è la presenza di dolore epigastrico per almeno un mese, altrimenti si parla di dispepsia funzionale.
Per scoprire l’origine di una digestione cattiva si dovrà ovviamente accertarne la natura rivolgendosi al proprio medico e magari sottoponendosi a esami specifici. Solo quando tutti i controlli e le analisi del caso risulteranno negativi si potrà ipotizzare una dispepsia funzionale, altrimenti si parlerà di dispepsia organica e, una volta scoperte le cause, sarà necessario trattarla di conseguenza, come sarà il medico stesso a suggerirvi. Se la dispepsia organica viene sottovaluta o trascurata, infatti, può favorire il peggioramento delle malattie che ne stanno all’origine, mentre quella funzionale è di per sé benigna e non espone a gravi complicanze. Qualora, tuttavia, il disturbo dovesse persistere per lungo tempo potrebbe condurre al manifestarsi di altre patologie più serie, come ad esempio il reflusso gastroesofageo, una gastrite, un’ulcera gastrica o duodenale o una calcolosi biliare. La soluzione ideale è andare dal medico, per comprendere meglio quale sia il disturbo. Ovviamente, non si deve andare semplicemente dal dottore e sperare che avvenga il miracolo, si dovrà infatti cercare di spiegare al proprio medico curante i sintomi e i dolori che si hanno. Descrivere in maniera accurata i propri disturbi sarà un primo passo per risolvere la situazione, soprattutto cercando di individuarne le cause e i sintomi. Ma quali sono cause e sintomi di questo disturbo?
CATTIVA DIGESTIONE: CAUSE
La dispepsia funzionale può essere occasionale ma, soprattutto quando è connessa a cattive abitudini alimentari e a uno stile di vita non corretto, può perpetrarsi nel tempo e diventare cronica. Il suo manifestarsi è spesso favorito dallo stress e dall’insana abitudine di consumare i pasti in fretta o con una scarsa masticazione, cosa che conduce al problema dell’aerofagia, ovvero l’ingestione insieme al cibo di grandi quantità d’aria che vanno ad accumularsi nello stomaco e nell’intestino rendendo la digestione difficile. Le cause, però, possono essere ricercate anche altrove: i pasti abbondanti e pesanti, il consumo eccessivo di alcune bevande, la cattiva abitudine di saltare il pranzo per poi abbuffarsi a cena con il rischio di un’indigestione e la vita sedentaria non aiutano certo a digerire bene. Sarà inoltre importante organizzare la propria alimentazione distribuendo il cibo in 5 pasti (colazione, spuntino di metà mattina, pranzo, merenda e cena) e fare attenzione alle calorie: sovrappeso e obesità non sono infatti fattori che favoriscono la digestione.
Anche il fumo può dar vita a problemi intestinali. La nicotina, infatti, una volta entrata nell’organismo, tende ad aumentare l’acidità nello stomaco poiché riduce la produzione di quelle sostanze che normalmente lo proteggono stimolando i muscoli gastrointestinali, diminuendo la produzione di acidi e rivestendone le pareti in modo tale da neutralizzare l’azione dei succhi gastrici. Un’altra possibile causa della dispepsia può essere l’assunzione prolungata di farmaci antinfiammatori non steroidei o di automedicazioni, poiché capaci talvolta di provocare un’azione lesiva alle pareti dello stomaco, quindi se siete soggetti a questo disturbo chiedete sempre i dovuti pareri medici prima di assumere dei farmaci.
Si parla di dispepsia organica, invece, quando la cattiva digestione è secondaria a qualche altra patologia. Ad esempio dovrete prestare molta attenzione alle infezioni da Helicobacter pylori: questo batterio, infatti, riesce spesso a sopravvivere nell’ambiente gastrico resistendo all’aggressione di ogni acido, colonizzando lo stomaco e arrivando a danneggiare la mucosa. Quando accade possono comparire gastriti, ovvero infiammazioni dello stomaco, o addirittura ulcere, cioè erosioni profonde della mucosa del duodeno o dello stomaco, malattie che a loro volta possono fortemente incidere sulla qualità della digestione, ma anche disturbi a carico del fegato, dell’esofago (ad esempio il reflusso gastroesofageo), dell’intestino (soprattutto il duodeno, la parte più alta) e delle vie biliari. In altri casi più gravi la dispepsia può essere sintomatica di un’ernia iatale, di una colecistite, o di una calcolosi biliare. Infine, non sono da escludere allergie o intolleranze alimentari, tra cui le sempre più diffuse intolleranze al lattosio e al glutine.
CATTIVA DIGESTIONE: SINTOMI
Ma come ci accorgiamo di appartenere a quella percentuale di persone che, purtroppo, soffrono di problemi di digestione? Può sembrare strano a dirsi, ma finché non ha piena coscienza dei sintomi della dispepsia, chi ne soffre non si rende conto di rientrare in quella percentuale e spesso non ha le informazioni necessarie per correre ai ripari e trovare una terapia adatta alle proprie esigenze. La difficoltà principale è proprio nel riconoscimento dei sintomi, che spesso sono molti e differenziati di caso in caso.
La dispepsia può manifestare vari sintomi, a cominciare da un forte bruciore o dolore di stomaco, oppure, nel migliore dei casi, semplicemente un fastidio concentrato nella zona epigastrica. Spesso i dolori e i bruciori sono anche accompagnati da senso di pesantezza e acidità, flatulenza, eruttazioni, alitosi, borborigmi intestinali e talvolta anche da nausea, vomito, diarrea (che in casi estremi può diventare colite e che non di rado si sviluppa in concomitanza nei soggetti che soffrono anche di sindrome del colon irritabile) o al contrario stitichezza, mal di stomaco, gonfiore addominale, mal di testa, irritabilità, calo dell’attenzione e della concentrazione, stanchezza e sonnolenza. Naturalmente non tutte queste manifestazioni compaiono allo stesso tempo e nello stesso soggetto: ogni organismo è differente e, nella maggior parte dei casi, manifesta problemi nella digestione con una selezione particolare dei sintomi elencati.
Esistono però degli aspetti della dispepsia che accomunano tutte le persone che ne soffrono. La sintomatologia si presenta più o meno frequentemente durante o subito dopo i pasti principali, spesso con una sensazione di insolito gonfiore ed estrema sazietà, anche quando si è mangiato poco. Potrete provare a stare attenti per un breve periodo cercando di seguire una dieta regolare. Magari cercando di assumere tisane specializzate, ma ricordate sempre che i rimedi “fai da te” alla lunga non sono i migliori ed è sempre richiesto il consulto di un esperto. Se il dolore è particolarmente acuto o il disturbo persiste per più di dieci giorni, con una significativa diminuzione dell’appetito, dimagrimento o addirittura vomito con tracce di sangue, non esitate a rivolgervi al medico che, durante una visita accurata, saprà individuare la causa della vostra dispepsia o chiedervi di sottoporvi a ulteriori accertamenti, come ad esempio la ricerca dell’Helicobacter pylori, una radiografia, una gastroscopia o una risonanza magnetica. Se tali esami evidenzieranno la presenza di una patologia lo specialista potrà richiederne altri ancora più specifici o semplicemente indicarvi la terapia necessaria.
CATTIVA DIGESTIONE: RIMEDI
Analizzati cause e sintomi, vediamo ora come arginare il problema con alcuni consigli, a partire da alcune buone pratiche. Il primo rimedio da adottare, se vi accorgete di soffrire di cattiva digestione, è sicuramente la correzione delle abitudini alimentari: cercate di mangiare lentamente, masticando bene e il più possibile in silenzio, evitando gli eccessi alimentari, adottando un’alimentazione corretta e consumando i pasti a orari fissi, in modo da distanziarli tra loro di almeno 3 ore e lasciando così che la digestione si completi adeguatamente prima di cominciare il pasto successivo. È consigliabile, inoltre, smettere di fumare e dedicarsi alla pratica regolare di fitness per riattivare il metabolismo: questo vi aiuterà a stimolare la peristalsi e di conseguenza migliorerà le abitudini digestive del vostro organismo. Evitate di andare a letto subito dopo il pasto, piuttosto sedetevi in poltrona o, ancora meglio, fate una passeggiata che, a ritmo moderato, rilasserà la muscolatura favorendo così sia lo svuotamento gastrico che il benessere mentale: chi soffre d’ansia, infatti, potrà trarre giovamento dall’attività fisica e, di conseguenza, gestire in modo diverso le tensioni che spesso hanno ripercussioni anche sul rapporto con il cibo. Non serviranno grandi camminate, basta una semplice mezzora di passeggiata a passo svelto, intorno al quartiere dove abitate.
Se i rimedi naturali non bastano a risolvere il problema, potete sempre ricorrere alla medicina, ovviamente seguendo le indicazioni del medico. Chi soffre di dispepsia, infatti, può trovare sollievo ricorrendo anche a una cura farmacologica specifica: assunti dopo i pasti i farmaci antiacidi tradizionali, nelle loro diverse formulazioni a base di bicarbonato di sodio e acido citrico o di carbonato di calcio o magnesio, costituiscono un valido trattamento generalmente in grado di risolvere i sintomi occasionali della cattiva digestione, e lo stesso vale per gli alginati, ottimi alleati del benessere intestinale. I farmaci inibitori della pompa protonica, invece, vanno assunti la mattina a digiuno e hanno il vantaggio non solo di tamponare ma anche di prevenire l’ipersecrezione gastrica, aiutando così a ridurre sensibilmente il bruciore di stomaco e a migliorare la funzionalità degli organi digestivi. Qualora i disturbi dipendano da un deficit della motilità dello stomaco si può ricorrere anche a medicinali procinetici, che aiutano il passaggio del cibo attraverso lo stomaco e la prima parte dell’intestino tenue, rendendolo più rapido ed efficace.
DIETA CONSIGLIATA
In caso di dispepsia, funzionale o organica che sia, è importante adottare un’alimentazione corretta ed equilibrata adatta a questo specifico disturbo e quindi improntata all’assunzione di alimenti che non appesantiscano ma che, al contrario, facilitino o addirittura favoriscano la digestione. Se il vostro problema è legato a intolleranze alimentari e alla carenza di particolari enzimi, come nel caso dell’enzima lattasi, per quanto riguarda l’intolleranza al lattosio, vi basterà eliminare dalla dieta gli alimenti che provocano tale disturbo. Fortunatamente conosciamo sempre meglio questi tipi di patologie e le cause e rimedi per l’intolleranza al latte non sono più un segreto. Non dovrete neanche rinunciare al piacere del latte ma potrete gustare questo alimento e molti suoi derivati, come lo yogurt, il gelato e la panna fresca o da cucina, semplicemente ricorrendo a prodotti senza lattosio, come i molti della linea Zymil, e concedendovi la leggerezza del latte delattosato. Un’altra intolleranza molto comune è la celiachia, un’altra infiammazione dell’intestino tenue causata dall’assunzione di prodotti con glutine. Molte sono le ricette che vi permetteranno di arginare il problema, oppure prodotti venduti appositamente per i celiaci. Questi prodotti riportano sulla confezione la dicitura “gluten free” e si possono trovare sia in farmacia che in negozi alimentari dedicati alle intolleranze.
Se invece non soffrite di intolleranze alimentari, potete favorire una buona digestione con altre semplici regole, ad esempio riducendo drasticamente cibi troppo caldi o troppo freddi, che possono bloccare la digestione, e soprattutto gli alimenti grassi e pesanti, i fritti, i piatti eccessivamente elaborati e pieni di olio, i cibi dolci ed eccessivamente speziati. Prediligete invece le pietanze leggere e poco condite, come i cereali integrali, ricchi di fibre, ma anche le carni magre (soprattutto quelle bianche) e il pesce (in particolare il pesce azzurro), preziose fonti di proteine, vitamine e minerali. Cercate di non esagerare mai con le quantità e di consumare quegli alimenti che, per natura, favoriscono la digestione, come alcune verdure ed erbe aromatiche, in particolar modo i carciofi, i finocchi e la menta.
I prodotti lattiero caseari, come lo yogurt e il kefir, sono ricchi di microorganismi in grado di supportare la salute del tratto intestinale. Anche gli integratori probiotici potranno esservi di grande aiuto in momenti di debolezza della flora batterica, così come alcuni alimenti come l’aceto di mele, ad esempio, ricco di enzimi naturali, ma anche i crauti, lo zenzero e l’olio di cocco. Perfino l’aglio, se non consumato crudo e in grandi quantità, può favorire la digestione promuovendo la crescita di microrganismi benefici nell’intestino e limitando le fermentazioni intestinali che provocano gonfiore e disagio.
Evitate gli alcolici, che tendono ad aumentare l’acidità gastrica, il caffè e le bevande gassate. Bere acqua in quantità vi disseterà in modo più salutare e favorirà i naturali processi digestivi, ma optate sempre per quella naturale o effervescente naturale. È assolutamente proibita l’acqua frizzante perché aumenterebbero l’aria all’interno del vostro stomaco. Anche se inizialmente, vi sembrerà di digerire meglio, l’accumulo di aria nella vostra pancia vi porterà altri disturbi poco piacevoli. Anche alcune tisane particolarmente consigliate per una buona digestione, come quella al finocchio, allo zenzero o all’anice, sapranno essere delle valide aiutanti. In generale si consiglia di bere sempre almeno 2 litri di acqua al giorno, se poi non riuscite a berla con il normale sapore, provvedete con tisane speciali. Naturalmente, evitate zuccheri aggiunti e tendete a berle al naturale. Ad ogni modo ricordate che l’alimentazione per contrastare una cattiva digestione si inserisce in un contesto più ampio di abitudini sane che aiutano tutto l’organismo a mantenersi in salute e in forma, come abbiamo già visto.
Quindi, tra le altre cose, cercate di dedicare il giusto tempo alla preparazione del cibo, riducendo al minimo il consumo di piatti pronti o semilavorati, spesso troppo ricchi di grassi e di sale, che non favoriscono di certo la digestione. Se non avete molto tempo da dedicare alla cucina optate, piuttosto, per ricette semplici e veloci da realizzare, come ad esempio una scodella di riso condito semplicemente con un filo d’olio extravergine d’oliva e parmigiano grattugiato, un piatto di fusilli integrali con pesto di rucola e nocciole, un’insalata di verdure miste o un carpaccio di bresaola o pesce spada: in pochi minuti porterete in tavola cibi sani e ricchi di benefici per il vostro organismo e senza bisogno di rinunciare al gusto.